L’adolescenza è il periodo che va dall’infanzia all’età adulta. E’ un periodo di profondi cambiamenti (fisici, dei processi cognitivi e delle modalità relazionali). Il cambiamento, anche quando è fisiologico, rappresenta per l’individuo un momento di crisi. L’intera struttura si deve riorganizzare. La crisi nell’adolescenza perciò è fisiologica e fa parte del percorso di crescita. Il malessere può coinvolgere una o più aree della vita: il rapporto col corpo che cambia, le modifiche nelle modalità di relazione coi pari, con gli adulti (e soprattutto con i genitori). In linea di massima, per elencarle (ovviamente non in modo esaustivo) potremmo citare:
- l’autostima. Una bassa autostima può far vacillare il senso del proprio valore personale in diversi ambiti (sociale, scolastico, familiare, corporeo);
- percezione del sé corporeo. E’ correlata all’autostima e riguarda sia gli aspetti legati all’immagine corporea che alle capacità, cioè l’adolescente può provare disagio riguardo alle trasformazioni che il proprio corpo subisce con l’avvento della pubertà e della maturazione sessuale (es. pregi e/o difetti estetici), sia riguardo alle prestazioni che il proprio corpo riesce ad eseguire (es. nelle performance atletiche e/o artistiche);
- relazionali sociali. Per ciò che riguarda lo sviluppo delle competenze sociali, l’adolescente può sperimentare un’incapacità di relazionarsi coi pari che può portare o alla chiusura e all’isolamento o di contro all’omologazione acritica al gruppo cui si è scelto di appartenere e che funge da modello;
- relazioni familiari. L’adolescente prova una fisiologica spinta verso la differenziazione dal proprio sistema familiare legate all’individuazione e allo sviluppo dell’autonomia. Spesso questo coglie i genitori impreparati alla gestione di queste nuove dinamiche relazionali e li rende insicuri nel proprio ruolo di educatori.
In questo periodo il giovane inizia a sviluppare un progetto etico di vita (è il periodo dei grandi ideali e valori!) e la famiglia ha un ruolo importante nel percorso di crescita e affermazione dell’adolescente. I genitori devono fornire un modello positivo a cui i figli possono aderire o meno.
La responsabilità genitoriale più grande consiste nel preparare i figli all’autonomia. In questo periodo si passa dall’autorità (basata su premi e punizioni) all’educazione fondata sulla responsabilità.
I genitori in questo momento devono essere pronti ad esporsi al confronto sulle motivazioni che sorreggono le loro proposte o i loro divieti. Quando i genitori vietano qualcosa ai figli non possono nascondersi dietro la frase “perché te lo dice tuo padre/madre”, ma argomentare e spiegare le motivazioni. Questo aiuta i ragazzi a rafforzare il senso di autostima e di responsabilità.
Questa modifica dello stile educativo e l’apparente perdita di autorità sui figli, può rendere insicuri i genitori e spingerli in due direzioni opposte. In alcuni casi, la rinuncia al progetto educativo e la difficoltà di gestire il confronto/scontro con l’atteggiamento oppositivo dei ragazzi, conduce i genitori verso uno spostamento sullo stesso piano gerarchico dei figli. Quindi si opta per l’instaurazione di un rapporto amicale. In altri casi, la paura della perdita di potere sui figli può spingere i genitori ad un inasprimento delle regole, ad un atteggiamento di maggiore rigidità educativa con la conseguente creazione di una barriera comunicativa tra le due generazioni.
Gerarchie
La famiglia è un sistema con un’organizzazione gerarchica; proprio l’esistenza di queste gerarchie ne garantisce il funzionamento. Nonni, genitori e figli fanno parte di piani gerarchici differenti, ciascuno con i propri ruoli e i propri compiti di sviluppo. L’ importante elemento che determina il funzionamento del sistema familiare sono i confini tra i sottosistemi. La loro funzione è quella di proteggere la differenziazione e riguarda il passaggio di informazioni tra un sottosistema e l’altro. Un errore frequente in cui incappano alcuni genitori di adolescenti è infatti quello di scambiare con i figli informazioni riguardanti la sfera coniugale, nella convinzione che ormai siano grandi ed in grado di comprendere. Con tale azione si crea una confusione gerarchica nella quale il figlio compie un salto nel sottosistema genitoriale o il genitore sconfina nel sottosistema filiale, in entrambi i casi, i soggetti ricoprono ruoli che non gli competono ed entrano in contatto con informazioni non pertinenti.
Flessibilità
Per una crescita funzionale, in una famiglia devono esistere regole chiare, ruoli e limiti definiti, ma la parola chiave è flessibilità. Deve esistere un certo grado di permeabilità dei confini e flessibilità dei ruoli, ci si deve muovere all’interno di un continuum tra queste polarità adattando i comportamenti allo stile di funzionamento del sistema familiare, alle naturali inclinazioni dei membri ed alle differenze individuali.
In quest’ottica, la famiglia deve garantire l’appartenenza dei membri fornendo una base sicura da cui partire per “l’esplorazione del mondo” e al tempo stesso consentire la separazione. L’adolescente deve provare il sentimento di appartenenza e al tempo stesso la spinta verso l’individuazione da quel gruppo. Il processo evolutivo si dipana proprio nell’equilibrio tra appartenenza e separazione. Il giovane figlio sente di far parte del sistema familiare ma vive anche la pulsione verso l’esterno, verso il gruppo dei pari, con cui sente di condividere valori e ideali. Il sistema familiare deve affrontare il difficile processo di modifica dei legami interni al sistema e di articolazione con gli altri sistemi sociali.
Interventi possibili
Lavorare con gli adolescenti e con le loro famiglie è un obiettivo del Lab famiglie. Stiamo lavorando sulla progettazione di un percorso laboratoriale per fornire un supporto concreto ai ragazzi ed ai genitori che si trovano ad affrontare questa fase di cambiamento. La finalità è quella di prevenire il disagio e di facilitare l’espressione delle emozioni e la relazione coi pari e con la famiglia.
Il progetto si esplicherà in una decina di incontri, alcuni di essi solo per gruppi di ragazzi, altri nei quali ci sarà un confronto con i genitori. Gli incontri saranno in forma di laboratorio espressivo, nei quali verranno utilizzate diverse metodologie (tra cui tecniche relazionali, psicodrammatiche, corporee e artiterapie). Le tematiche generali su cui saranno improntati gli interventi riguarderanno il corpo, le emozioni e le relazioni. Questo percorso verrà presentato nel dettaglio a breve durante un seminario gratuito nella sede del Lab famiglie, in data da destinarsi.
Bibliografia
- S. Minuchin – Famiglie e terapia della famiglia, 1976, Astrolabio
- A. Pope, S. McHale, E. Craighead – Migliorare l’autostima, 1995, Ed. Centro Studi Erickson
- G. Maiolo, G. Franchini – Dalla parte degli adolescenti, 2004, Ed. Centro Studi Erickson
- C. Loriedo, A. Picardi – Dalla teoria generale dei sistemi alla teoria dell’attaccamento, 2000, Ed. Franco Angeli
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